Introduzione


Ascoltiamo a proposito le parole di Teresa: … “Queste parole di Isaia: “Chi ha creduto alla tua Parola…Egli è senza splendore, senza bellezza…. Hanno costituito tutto il fondo della mia devozione al Volto Santo, o per meglio dire, il fondo di tutta la mia pietà. Anch’io desidero essere senza bellezza, sola a pigiare il vino nel torchio, sconosciuta ad ogni creatura” (Ultimi Colloqui p. 1057).


Teresa molto ammalata e febbricitante. 7 giugno 1897.

Teresa molto ammalata e febbricitante. 7 giugno 1897.

Ascoltiamo ora le testimonianze delle sorelle, prima fra tutte Mère Agnès (Paolina) ai Processi Apostolici: “La devozione al Volto Santo fu l’attrattiva speciale della Serva di Dio. Per quanto fosse tenera la sua devozione a Gesù Bambino, non si può paragonare a quella che ebbe per il Volto Santo”. Anche la sorella Sr. Geneviève (Celina) conferma chiaramente: “Questa devozione fu per Teresa di Gesù Bambino, il coronamento e la completa attuazione del suo amore per l’umanità di Gesù. Il Volto Santo era lo specchio dove lei vedeva l’Anima e il Cuore del suo Diletto, dove lei lo contemplava tutto intero…Si può dire che la devozione al Volto Santo ha orientato la vita spirituale di Sr. Teresa”.


La vita di Teresa è stata un approfondimento e un’assimilazione costante del mistero d’amore e di sofferenza; d’amore nella sofferenza, della sofferenza unita all’amore, e pienamente assunta nell’amore salvifico di Gesù. Effettivamente i due aspetti del suo nome in religione, esprimono una sola e medesima realtà essenziale del mistero di Dio manifestatosi nell’Incarnazione redentrice del Figlio. Il Volto Santo è in qualche modo l’estensione temporale dell’Amore divino inizialmente contemplato nel Bambino di Betlemme.


Anche il P. Conrad de Meester descrive bene, sotto l’angolatura dell’infanzia spirituale, questo processo di “annullamento per l’Amato” che Teresa ha vissuto nel “crogiolo della sofferenza”. La giovane suora di Lisieux dichiara: “ Mi sono abbandonata all’amore, mi sono abbandonata alla sofferenza.” E’ questo un aspetto essenziale per la piccola via dell’infanzia spirituale.


Alla soglia della sua “entrata nella vita” confida alla Priora Maria di Gonzaga:
“Madre diletta, lei lo sa bene: il Buon Dio si è degnato di fare passare la mia anima per tanti generi di prove. Ho sofferto molto da quando sono sulla terra: ma, se nella mia infanzia ho sofferto con tristezza, non è più così che soffro ora, bensì è nella gioia e nella pace. Sono veramente felice di soffrire.” (Ms C 4v°).
Questa sofferenza è amata perché vissuta in comunione al suo Diletto, per questo dichiara al Rev. M. Bellière: “…Il buon Dio mi ha sempre trattata da bambina viziata. E’ vero che la sua Croce mi ha seguito fin dalla culla, ma questa croce Gesù me l’ha fatta amare con Passione”… (LT 253)


Seguiremo quindi i passi di S.Teresa per penetrare nel mistero pasquale nel quale è chiamata ad identificarsi totalmente con Gesù, dal presepe fino alla passione e morte. La sua vita è la storia di un’anima totalmente offerta all’Amore; una vita che non è che “amore e sacrificio”, perché invaghita letteralmente del Mistero dell’Amore redentivo contemplato nel Volto Santo. Tutto ciò presuppone fiducia e abbandono filiale nelle mani di Dio. Insieme vivremo questo cammino compiuto dalla Santa, seguendo le sue intuizioni mistiche e ascoltando soprattutto la sua parola.


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