Il cardinale Poletto presiede
la Messa di sepoltura

Questa mattina sarà ancora alla Consolata l’ultimo saluto della Chiesa torinese e della città a mons. Giuseppe Pollano, morto sabato a 82 anni. Alle 11 il card. Poletto presiede la Messa di sepoltura, poi la salma sarà tumulata nel reparto Clero del Cimitero monumentale. La vita sacerdotale di don Pollano è trascorsa quasi tutta all’ombra del santuario più amato dai torinesi: in confessionale e all’altare, e nella serie infinita di colloqui, in quelle stanzette dalle porte a vetri smerigliati sotto il porticato.

Ordinato sacerdote nel 1951, è tra i protagonisti di quella generazione di preti, quarantenni a metà degli Anni 60, che ha vissuto in pienezza il tempo del Concilio Vaticano II e della sua prima attuazione, con tutto l’entusiasmo e le «novità» che ha comportato.

Ha seguito da vicino, fra l’altro, l’esperienza del Sermig e dell’Arsenale della pace. È stato docente alla facoltà Teologica torinese e stretto collaboratore di tre arcivescovi – Pellegrino, Ballestrero, Saldarini – con l’incarico di animare la pastorale della scuola, della cultura e dell’Università (in questi anni fu rettore il prof. Bertolino). Nel 1987, con Ballestrero, organizzò il grande convegno «La Chiesa torinese e la cultura»: un confronto a largo raggio fra i mondi accademici «laici» e la realtà ecclesiale. Fino agli ultimi mesi ha coordinato le attività del «Forum» fra Chiesa e rappresentanti delle istituzioni pubbliche, voluto nel 2000 dal card. Poletto e che raduna periodicamente i vertici delle giunte locali e i responsabili dell’amministrazione statale per un confronto informale, ma utilissimo, sui problemi del territorio torinese e sui temi del suo sviluppo.

Per don Pollano «cultura» ha anche significato un’attenzione continua ai mutamenti della realtà sociale e del mondo giovanile. Negli Anni 70, all’inizio del fenomeno delle «radio libere», fu tra gli animatori più appassionati di Radio Proposta, l’emittente fondata da un gruppo di seminaristi.

Come studioso e docente di Teologia spirituale ha pubblicato libri e articoli, a cominciare da «Come in cielo», titolo degli Anni 50 ora ristampato: al cuore della sua esperienza c’è sempre stata la consapevolezza profonda del «mistero» della presenza di Dio nelle nostre vite; e la certezza che questo mistero si rivela nell’amore – l’amore della carità cristiana e fra le persone.

E però, prima e «più» di ogni altro impegno c’è il santuario, la Consolata, e quella Messa delle 11 alla domenica, dove arrivava gente da tutta la diocesi per ascoltare (e registrare) la sua omelia. Il centro del lavoro di don Pollano va ricercato e ricordato nell’attività di sacerdote e formatore: «maestro del clero», come si diceva una volta (come lo fu san Giuseppe Cafasso); ma anche «maestro», animatore, amico, dei credenti laici che in quasi 60 anni di sacerdozio lo hanno cercato e seguito, e che oggi gli sono riconoscenti.

MARCO BONATTI
TORINO . tratto dal La Stampa, quotidiano