“Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra, perciò colui che nascerà santo, sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco Elisabetta tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per Lei che era detta sterile. Nulla sarà impossibile a Dio.”

Come si sarà sentita Maria, dopo queste parole dell’Annuncio? Parole certo forti. Dio disposto a sfondare il muro dell’impossibile.

Non dubitiamo della perfetta Fede di Maria, che Ella cominciò ad essere certa delle cose che aveva ascoltate, ma certa di queste magnifiche cose che erano ancora nel futuro, in altre parole, cominciò a immergersi in una nuova grande speranza.

La Grazia di Credere, miei cari fratelli non sarebbe affatto sufficiente se non fosse accompagnata, per noi, in questa vita, dalla grande Grazia di Sperare.

Ella incominciò a immergersi in una speranza che entrava in una vita di tutti i giorni ed ecco una condizione tipica, che è anche nostra però.

Vedete in questa Maria di Nazaret la quotidianità, le piccole cose di ogni giorno: una casa, un lavoro, le mani ruvide per farlo, la stanchezza alla sera e tutto quanto, questa è la vita quotidiana. Il presente, quello che c’è, ma illuminato ormai da questo futuro che sarà, ma che non c’è ancora, ecco la speranza.

Parlando ai Romani, Paolo dice proprio questo a proposito della speranza cristiana, la nostra, fratelli…

‘Ciò che si spera, se fosse già visto, non è più speranza’. E certo questo lo sapevamo anche da soli, è proprio così.

Una vita quotidiana, dunque, del tutto insignificante, umanamente parlando, illuminata da questa potente luce che è nel futuro. Una creatura che vive protesa verso il futuro. Sotto questo punto di vista anche esistenziale della vita vissuta, Maria si fa profondamente vicina a tutti noi.

Il discorso della speranza ci tocca molto da vicino… per almeno tre ragioni. Prima di tutto, non cominceremo nulla senza un bricciolo di speranza.

Qualcuno ha scritto ‘la speranza è una buona colazione che spesso diventa una cattiva cena’. Come dire che, molte volte siamo delusi e lo sappiamo. Eppure… non cominceremmo nulla senza un po’ di speranza: è una delle doti della natura umana. Gli animali non sperano, in questo senso, vivono l’attualità. Noi viviamo così.

D’altra parte ecco, seconda ragione, quando noi nutriamo e anche realizziamo delle speranze, ci accorgiamo presto che le nostre speranze affrontano, anche i mali ma non riescono a eliminarli ed è una delle più grandi frustrazioni umane, personali e collettive: cerchiamo di affrontare tutti i mali, ma non riusciamo a farli scomparire. E con tutto ciò, anche con questa amarezza, anche se vorremmo molto di più nel nostro sforzo per vivere, noi continuiamo a guardare a un futuro migliore.

E, terza ragione, particolarmente significativa oggi, è che ci è difficile guardare a questo futuro migliore. Noi siamo gente che oggi si accontenta che il futuro non peggiori: è poco, è troppo poco! Ma la vita che abbiamo vissuta, storia vissuta, ci ha svelato che l’uomo è capace di cose… semplicemente spaventose, e naturalmente capace di ripeterle, sicché, stiamo vivendo augurandoci che non vada peggio e la potenza di Dio ci sembra in qualche modo lontana: siamo infatti tentati di sfiducia e di una sottile disperazione, noi, cristiani!

Il secolo scorso è stato illuminato da molte umane speranze, un libro molto letto e ha fatto cultura si intitolava: “Principio speranza”, bellissimo titolo, ma non era – tra l’altro – scritto da un cristiano.

Ecco perché questa creatura alla quale si sente investita dalla promessa di Dio e comincia a vivere guardando in alto, sperando con certezza che le cose si compiranno, dico certezza, non con un alto gradi di probabilità… sperando con certezza che Dio è fedele, ci è molto necessaria. Così precari come siamo e così intristiti siamo, ci è indispensabile. Infatti Lei diventa il modello di come si vive quando si fonda la nostra vita, appunto, su promesse certe.

Io non so bene come voi pensiate la speranza cristiana?! Ma badate di non confonderla con la speranza umana la quale, ha appunto, un certo tasso di probabilità: speriamo che vada bene, si dice, ma chi ne è sicuro? E’ vero, nessuno può esserne sicuro, ma quando si parla di Dio, attenzione che la speranza assume un significato molto diverso. E’ un bene certo che non abbiamo ancora, ma è certo!… il che getta una luce ben diversa sulla fatica di vivere.

Ebbene Lei ci indirizza proprio qui a dire: ‘Non stancatevi, figlie e figli miei, a sperare troppo in cose probabili, prima cominciate a sperare nelle cose certe e le cose certe, non aspettatevi che ve le riveli qualche creatura come voi, solo Dio è capace di fare promesse certe e di mantenerle. La Bibbia è tutta un poema su questo tema della promessa del Dio fedele che certamente promette. Sì, è vero, per Lui mille anni sono come un giorno, ma certamente Dio mantiene…

‘Io sarò con voi per salvarvi – dice la Bibbia attraverso la bocca di Geremia e, Libro dei Numeri – promette forse Dio una cosa che poi non l’adempia?’. Eh, la risposta evidentemente ‘No! Se Dio promette  mantiene’. Dio non inganna e non si inganna, come si usa dire, proprio così. E noi siamo nelle mani e nel cuore di questo Dio.

Cominciando dunque da quella “Tutto sarà possibile a Dio”, Maria ha cominciato anche un pellegrinaggio di speranza, oltre che di Fede, un pellegrinaggio di desiderio. Desiderava che si compissero le cose dette da Dio e la sua vita si protendeva umilmente, ma ardentemente a questo…, a questo adempimento di cui non sapeva nulla, né il tempo, né il modo, né il luogo, ma sapeva che si sarebbe compiuto. Eh, così anche per noi non è vero?… Non sappiamo nulla, come si dice in genere, non abbiamo nessuna sicurezza, ma abbiamo la certezza che ci viene da Dio e in una vita piena di insicurezze siamo certi di Dio, non è così tutti i giorni?

Ecco, lo ha proprio fatto perdutamente perché vivendo con Gesù, vedendolo crescere e continuando a ricordare che era Lui l’oggetto della Speranza, era Lui la Promessa di Dio, a poco a poco lo ha visto sempre più allontanarsi da questo ideale. L’orizzonte della speranza era là, ma quanto più Gesù viveva tanto più sembrava andare incontro a una specie di disastro, quello che poi avvenne davvero.

Che differenza vero?!… Tra il Gesù che incanta e i dottori del Tempio, gli scribi, e si fa ascoltare e si fa lodare; e perché no?… Che gioia per il cuore di sua madre, che differenza tra questi scribi e quegli altri scribi che riusciranno a farlo mettere in croce.

Un cammino in giù, eh? Un cammino verso il basso, proprio il contrario della speranza e Lei non ha mai…, non ha mai cessato di sperare perché Dio aveva detto così dunque, era vero.

Eh, se fossimo capaci anche noi di questa recisa dichiarazione di speranza: ‘Tu l’hai detto, mi fido, mi basta!’. Se Tu l’hai detto non ti giudico, Signore da ciò che capita, ma giudico le cose da Te, è un po’ diverso.

Dobbiamo chiedere perdono di tutte le volte in cui, invece, abbiamo giudicato Dio dalle cose che capitavano, perché questo è troppo umano, non si può pensare così di Dio; è un cattivo modo di applicare a Dio la nostra piccola mentalità.

Sì, Lei è andata sempre avanti e ci dice allora… “Non lasciatevi illudere dalle speranze umane, coltivatele sono legittime, Dio perché no? può anche esaudirle, ma non appoggiatevi soltanto alle speranze umane”.

Da quando, e sono ormai alcuni secoli, la nostra cultura occidentale, ha deciso di non appoggiarsi più alle Speranze divine perché le pareva di farcela, nella storia, non solo sono accadute molte pessime cose, ma… il cuore dell’uomo è diventato un cuore disperato… È vero, è stato scritto il Principio Speranza…, ma sono stati scritti anche altri volumi culturali… La noia…, di Moravia; La Nausea…, di Sartre, questo è vivere! E questo non è precisamente sperare?! cosa ne dite voi?… Siamo dei disperati al di là di tutto, siamo dei disperati, siamo dei poveretti che dicono la loro disperazione e poi muoiono. Dunque Lei ci dice ‘non appoggiatevi troppo a queste speranze e, vivete le sofferenze umane senza che vi distruggano.

Paolo ai Romani, ancora, dice: Non è paragonabile la gloria che ci è preparata in confronto alla misura di sofferenza che adesso dobbiamo patire, ecco la speranza…, ma se perdi questo rapporto allora non hai altra scelta che di disperarti; non sfuggite…, un cristiano non fa così, voi capite.

Lei è andata avanti e di nessuno, come di Lei si può dire ciò che era stato detto di altri, sperare al di là di ogni speranza, questa bellissima espressione biblica, molto nota, molto detta, ma giustamente detta. Dunque, siamo in grado di ‘sperare al di là di ogni speranza’. Che sia andata bene o che sia andata male, la mia speranza guarda altrove…, fissate per un momento Maria nel totale silenzio… del sabato santo… Non vedete lì la icona, unica, perfetta, di una speranza che va al di là di ogni speranza? Perché Gesù è nel Sepolcro, tutti sono disperati, Lei no. Questa è una icona molto confortante per noi. Ci incoraggia a vivere proprio come la Bibbia ci dice: avere speranza in Dio, Lettera agli Ebrei, perché questa Speranza è un’ancora per la nostra vita.

È per voi, carissimi, una speranza di questo genere che vi sostiene, l’ancora…. Quando ti senti, altro ché disancorato, ti senti sradicato, non sai più che cosa fare, dove andare, perché…, tirare avanti e la tua vita diventa un vivacchiare, triste…, no, non è vero, non è così…, hai un’ancora è la certezza che Dio è con te. Ma occorre stare attenti perché siamo sempre nel rischio, altra parola della nostra cultura, del naufragio, andare a fondo.

No, noi stiamo sperando!

Badate che Maria fu umanamente molto delusa. Seguendo la storia di Gesù, Maria fece delle esperienze che veramente la sconvolsero, perché no?!, dal punto di vista della ‘affidabilità’ degli uomini… Non era ingenua Maria, ma era innocente e pura, tendeva a fidarsi riconoscendo che nel cuore c’è il riflesso della Bontà di Dio, e fu molto delusa.

La fede del popolo di Dio a cui apparteneva e di cui era il fiore, Lei ha sperato che si aprisse al suo Gesù e invece…, Gesù ha dovuto piangere su questa fede che non c’è stata; che delusione, per Lei, fiore di Israele, Figlia di Sion, nel cui cuore tutte le speranze di Israele erano, massimamente aperte, una grande delusione!. I capi del popolo da cui tutti si aspettavano giustizia; dal loro discernimento su Gesù, avrà sperato Maria che riconoscessero il Santo dei Santi?!, e invece l’hanno mandato a morire. La giustizia di Pilato che ha riconosciuto Gesù innocente…, insomma, di delusione in delusione. Tutte le sue speranze più legittime dovevano essere polverizzate perché la Speranza in Dio trionfasse.

Imparate a leggerla così la vostra vita, impariamo fratelli; non meravigliamoci allora che certe cose che non dovrebbero accadere, accadano…; se accadono è perché la nostra speranza diventi immensa, in Dio soltanto, e allora facciamo un grande guadagno. Interpretatela, interpretiamola così, la nostra maniera di vivere, altrimenti diventeremo troppo tristi, troppo lamentosi, piangenti e scoraggiati e non va bene; il popoli di Dio non è un popolo di gente triste… Paolo osa dirci Rallegratevi, e naturalmente aggiunge, nel Signore, e lo facciamo se la Speranza in Dio è in noi.

Ecco perché la Chiesa vede Maria come Colei che, adesso, a speranza compiuta, perché ora Lei vede, ecco che la Chiesa vede Maria come Colei che si prende cura di noi, che sta prendendosi cura di noi, mentre ne parliamo, proprio adesso. Noi che siamo ancora in cammino tra i pericoli e gli affanni, così si è espresso il Concilio Vaticano II; Lei che incarna la speranza nuova, come diceva un antico inno, La Signora della spirituale edificazione…, e già, quando sono un po’ distrutto mi sento più macerie che edificio, Lei c’è e mi aiuta a ricostruirmi. La stella della Nuova Evangelizzazione, come l’ha chiamata il Papa…, che bella cosa!, perché Lei è viva, non dimentichiamolo, non stiamo parlando di una figura ideale e tanto meno di una figura passata, stiamo parlando di una persona contemporanea a noi, più viva di noi, che si protende a noi e alla quale abbiamo pieno diritto di andare con una fiducia sconfinata. Infelice il cristiano che non apprezza Maria così, che la lascia là, che cerca di cavarsela un po’ da solo; infelice il cristiano che dice ‘io vado da Gesù Cristo…, come se Gesù Cristo non fosse venuto, a noi, attraverso di Lei, e tu vuoi fare una strada migliore?… No fratelli!.

Affidiamoci a Lei e concludiamo con una preghiera che le chiede proprio queste cose.

Maria, figura di perfetta Speranza, volgiti a noi con la tua dolcezza e con la tua forza. Con la Chiesa ti chiamiamo Avvocata, Ausiliatrice, Soccorritrice , Consolata. Aiutaci a confidare pienamente in Dio, in ogni circostanza della vita e a raggiungere la felicità dove tu regni risorta con Gesù per sempre. Amen!